In origine, a Minusio i visitatori erano accolti dall’atmosfera suggestiva data dal giardino e dalla facciata dell’Elisarion. Nella hall d’entrata al piano inferiore erano esposti schizzi e ritratti, ed Elisàr von Kupffer accoglieva i suoi ospiti, a cui veniva chiesto di indossare abiti che neutralizzavano le caratteristiche relative allo status sociale e al sesso. In seguito si veniva condotti al piano superiore, dove si potevano ammirare alcuni dipinti di grandi dimensioni di Elisàr von Kupffer. Si passava poi alla sala in cui avveniva un rituale d’iniziazione. Poi, si accedeva al ponte della cripta, un vano stretto e scuro che permetteva ai visitatori di attraversare il «mondo del caos». Solo a questo punto si arrivava nella sala del luminoso dipinto circolare, dove ci si poteva concedere lo splendore del «chiaro mondo».
Siccome sul Monte Verità tutto questo percorso non esisterà e che i visitatori accederanno al dipinto circolare subito dopo aver visitato la mostra di accompagnamento, eravamo determinati sin dall’inizio a far sì che almeno l’opera maestra di Elisarion venisse presentata esattamente come lo era a Minusio fino a quarant’anni fa: al centro della sala e con un baldacchino esagonale sorretto da sei colonne scanalate di circa tre metri con capitelli a forma di fiore di loto. Il lato interno del tetto del baldacchino è decorato da un motivo floreale.
Il 18 ottobre il nostro membro del Comitato Lukas Piccolin si è recato sul luogo con lo scenografo Roger Martin per farsi un’idea della situazione. Roger Martin creerà una riproduzione del baldacchino originale, elemento fondamentale del concetto di presentazione del dipinto.