«Chiare e giubilanti acque si liberan
Dalle alte rocce!
Altrettanto allegramente giochiam
Una celestiale gioiosa vita:
Su e giù
Dalla roccia al lago –
per poi risalir –
Un gioco senza fin … e scambiam
Letizia come luccicanti sfere;
Mentre i rami dei pini
sempre più chiari, sussurrano.
Ci libriam
Sull'acqua, nell'aere,
Dai minacciosi pensieri esonerati,
In una benedetta ed ariosa vita
Di crescenti profumi.
Ed il Sacro Spirito del Chiaro Mondo
endendo grazia
Ci accompagna all'agognato traguardo
Rallegrato dall'infantil gioco.»
Sette figure. Due – una supina, l'altra sul ventre – sembrano galleggiare sulle acque del lago. Un'altra figura sta sopra di loro su un ponte e afferra i rami di un albero mentre volge lo sguardo all'osservatore. Un altro giovane pare sedere priva di peso sull'albero e altri tre chiudono la scena, due dei quali levitando sull'acqua. Uno di essi si piega in avanti per tenere in mano una farfalla, mentre il secondo osserva da sopra alle spalle del primo. Il terzo, in piedi davanti a una cascata, è pure intento a guardare l’osservatore.