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Esposizione Monte Verità – antropologia locale per la riscoperta di un’attualità della topografia sacrale

Per il momento, l’ultimo capitolo della cronologia del Monte è rappresentato dall’inter­vento di Harald Szeemann. Dal 1973, Szeemann libera, con minuzioso lavoro e strato dopo strato, il Monte, fino a giungere ad «una fascinazione che richiedeva che venisse apprezzata con una esposizione» (prefazione al catalogo dell’esposizione). A parte il fatto, che Szeeman in questo ci ha messo allo stremo i suoi mezzi personali, il modo con cui egli riesce ad abbinare documenti e opere d’arte di ambiti eterogenei in una presen­ta­zione ha dato decisivi impulsi alla qualità dell’esposizione. A questo si aggiunga quanto di ignoto o mai visto presentato da Szeemann, un vero bagno di giovinezza per il circuito artistico. Esemplare anche la struttura della mostra asconese, con cinque diverse locazioni che ha creato un concetto, specialmente con i due punti originali di Casa Anatta e le isole di Brissago che rendono comprensibile la storia del Monte nelle sue intere disuguaglianze, ma permette anche di riviverla, non esclusivamente quale visita, in una forma di pellegrinaggio.

Dominik Keller, traduzione Bruno Ferrini

Vista verso sud dalla terrazza di Albergo Tamaro ad Ascona
Du, ottobre 1978, pagina 76
Du, ottobre 1978, pagina 77