Kurt Tucholsky e il «Polysandrion»
Il castello di Gripsholm di Kurt Tucholsky è un romanzo fantastico e sereno, dagli utopici approcci su amore, felicità e vacanza dalla vita di tutti i giorni. Scritto in un momento in cui l’autore ha iniziato a soffrire di fenomeni di usura del suo instancabile giornalismo politico. La disponibilità dei personaggi principali alla sincerità e alla generosità appaiono quale alternativa alla reazionaria meschinità tedesca che Tucholsky aveva più volte lamentato.
Nell’incipit c’è la richiesta della casa editrice Rowohlt all’autore di scrivere una leggera storia d’amore. Un attimo dopo, il narratore si imbarca con la sua «principessa» Lydia in una vacanza in Svezia.
Durante il viaggio si fermano a Copenhagen:
Il Castello di Gripsholm
Passati oltre 80 anni da quando Kurt Tucholsky ha pubblicato la sua storia estiva «Il Castello di Gripsholm». Presi per il naso, in un certo qual modo, i suoi lettori. La corrispondenza con l'editore Rowohlt? – Pura invenzione. Soggiorno nel castello? – Libertà poetica. E la sua principessa, la segretaria Lydia? Lo ammetto, «mai esistita», Tucholsky scrisse una volta ad un lettore e conclude sospirando: «Sì, però è un vero peccato.»
Rechte Spalte ff italienisch
L'episodio che sembrava essere scaturito dalla pura fantasia dell'autore, è tuttavia molto più reale di quanto creduto per decenni. Ne il Polisandrion di Tucholsky, trattasi di una visita al Sanctuarium Artis Elisarion. Difficile dire quanti dei lettori de Il Castello di Gripsholm siano andati a Copenaghen sulle tracce del Polysandrion. Nessuno l'ha trovato. Anche nei commenti della Complete Edition, Volume 14, poche le parole: «Questo non vuol dire niente.» Eppure, Tucholsky aveva dato alcuni suggerimenti, di cosa si trattasse, dove si trovasse la stranezza e come avrebbe potuto essere trovato:
Italia settentrionale, non male. Nei suoi dintorni, ancor meglio. Il modello reale del personaggio di Lydia, l'amica di Tucholsky Lisa Matthias, possedeva una casa di vacanza in Ticino. Soggiornarono più volte a Lugano. Nell'estate 1930, Tucholsky passò inoltre alcune settimane a Locarno e Brissago. Occasione per conoscere il vero Sanctuarium Artis Elisarion a Locarno-Minusio.
Stando alla tradizione orale, Tucholsky l'ha visitato almeno un paio di volte, previa la sua «consacrazione» nel racconto estivo. I costruttori erano in realtà due Balti, Elisàr von Kupffer (1872–1942) di cui erano i quadri, ed Eduard von Mayer (1873–1960). Chi addentro vita e opere di Elisarion, riconosce facilmente, rappresentate a puntino, l'identità di «Polysander von Kuckers zu Tiesenhausen», come pure quelle del sodale Eduard von Mayer e della «guardiana» Rita Fenacci.
Eduard von Mayer, con un macchinoso testamento, ha lasciato al pubblico la casa lasciandone il diritto di usufrutto alla governante. Dopo il 1970 la casa fu disabitata, nel frattempo divenne proprietà del Comune di Minusio, e negli ultimi anni settanta sgomberata e ristrutturata a Centro Culturale – Museo Elisarion. Harald Szeemann conosceva ed apprezzava quei luoghi e riuscì a preservare il polittico del Chiaro Mondo dei Beati convincendo il Comune del valore del lascito. Grazie a questa inziativa il dipinto circolare venne custodito ed ora si trova in uno stato pietoso in uno scuro padiglione al Monte Verità.