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Dialoghi del chiaro mondo

Sul monte

Se ti innalzi sulle alte vette,

Mai da folgori minacciato,

Da ogni pericol libero

Da tormente di neve, orridi, morte! …

M'inerpico non come naneròttoli,

In alto alle rocce, oppressi da pesi

Stanchi sul pendio, a riposare,

Incomodo non sono, per me stesso o altri.

Sui ghiacciai, in ripidi pendii,

Ovunque vado

Dal dardo di sol immune

Poso il mio sguardo nella gloriosa distanza

Di caotici astri non più schiavo

Alle leggi della natura sottomesso,

I cui desii da pavento perseguitati sono:

Divenir inconsapevole peccatore,

Già nel cieco trasgredir

Oscure onnipotenza di una terra senza amore.

 

Su alti monti incedo,

Torrentose forre supero,

Libero da terrene servitù, –

Signore son nel dell'aere regno!»

Davanti allo specchio del ghiacciaio

Specchio di ghiaccio, magico specchio!

Specchio che un alter ego mi doni,

Maliziosamente devii

Uno sguardo come sotto sigillo

Di un'amorevole segretezza.

Ehi! In piedi, un audace

Quasi un pugnace,

Già pronto all’assalto.

 

Sorridente guarda anche a lato,

Mi par tuttavia che al compare

Piaccia comunque apprezzare

E audacemente considera entrambi.

Rosee lingue raggiunte

Da intrecciati fiori.

Anche i teneri ghiaccioli

Risentono la bellezza

Di questo silenzioso miracolo

Di fronte al tenero azzurro del ghiacciaio.

No, non si tratta di una vana esca,

Nessuna spazzatura dal mondo del caos!

Guarda!»

 

«Dimmi tu, bella creatura,

Ti meravigli? di questo, ancor molto,

Dove, guariti dal falso scopo,

Autentico nel gioco dell'amore,

Ognun può leggere negli sguardi,

quanto di meglio piaccia.»

Sul campo di neve

Chi ancor si meraviglia, del mio star disteso sulla neve,

In molli cuscini,

Avvolto? In caldi piumini!

Neh! questo è godersi la vita!

Abitudine dello spirito: io vinco,

Ma allegramente da Chiaro Mondo, non in guerra.

 

Il dolce profumo dei giacinti,

Qui fiorisce ed infiamma all'aperto

Circondato, da variopinte farfalle

Dagli azzurri gigli – in tutte le cose

Vive una forza meravigliosa.

Anche le glicini, qui in agili intrecci,

Non si abbracciano in avido possesso

Quanto avviene nel farsi spazio

Nel regno delle piante.

 

Le piccole farfalle azzurre danzano

Accanto a me. Godo di tutti gli estri

Vedendo poi che non sono avaro con la bellezza,

Qui vive la giustizia nell'interezza.

Posso totalmente fidarmi del Chiaro Mondo,

Guardar pienamente con occhi felici

Davanti al pero in fiore

Contento ti sollevo nell'aria chiara,

Libero da terrestre pondo,

Sciolto da umani divari,

Dalla fossa,

Tu, che amo e adoro!

Quale vivente rete della vittoria,

Giubilante ti innalzo

Tu che hai scelto questo Chiaro Mondo,

Con oscure forze in lotta –

Tu per un vero mondo divino

Lo spirito divino, l'autentico,

Pronto a batterti per essi,

Dapprima luminosamente intravvisti!

Cammino, forma felice,

Con te, nel radioso regno!»

 

«Sorretto agilmente dalle tue mani,

Spensierato mi piace,

Lo sguardo alla luce, alla bellezza

Accanto ad azzurri monti

Dai candidi culmini,

Bianchi arbusti fioriti,

Bianchi tronchi di betulle dal verde fogliame

Piante di viola fiorite –

Nulla impedisce il mio sguardo

In questo spazio di primavera.

Afferro il tenero viticcio

Bottino dell'amore.

Il cuore, per nulla intimidito,

Allegro dice: grazie!»

Sul grande fiore

Mio sogno, il grande fiore;

Mi trasportano le azzurre onde

In un luminoso mondo, nel Santuario

Dell'anima, contento in fresco ardere.

Campanule di maggio suonano nella mia mano,

Guido le farfalle nel luminoso terreno.

Il sogno da desto di un ragazzo diventa realtà

In un mondo dalla divina chiarezza!»

Camminando sulla neve

Ora ho la forza di portarti,

Tu che nei giorni difficili

Amorevolmente mi sostenesti.

La mèta è raggiunta!

Sopra bianca splendente neve!

Come una primavera sugli alti monti,

Quanto brillar e giubilare vedo.

Eterna estate qui,

Fiorenti fiori tra le nevi,

Gialle farfalle svolazzanti

Alcun freddo ci perseguita

Lilla tra i capelli

Non è meraviglioso?»

 

«La mèta è raggiunta!

Non fu vuota ideale mania

In un faticoso lungo periplo terrestre,

La mèta è raggiunta – quando non cessa il coraggio,

Pensammo – al di là dello scherno di tutti,

Oltre i nemici di un vero Dio,

Oltre il lento agire del loro spirito.

E pertanto:

Amore, come tu sai,

Seppur nel giogo del caos

Ci contrastammo:

Insieme la mèta raggiunger dovemmo.

 

Sparì il rigido mondo del caos

E ogni peso. La mano del ramo

Dell'eterna primavera porgi ad altri

Che superarono il mondo del caos

Per camminare nella luce

Non per mera voglia di cambiamento, non per ottusità,

Per armonia

Non instupidito

da idolatranti filosofie naturali … »

 

«Cuore mio, lasciam perdere!

Ci siam liberati da questi guai.»

Il trono della bellezza

Son cadetto e paggio al trono della bellezza,

Il nero marmo brilla per l'oro nelle sue vene

Coperto da un variopinto tappeto,

Mio, il rosso gladiolo a mo' di spada.

 

In questo mondo nessun avvertimento

Come dove felicità e libertà sono menzogne.

Pertanto saluto da questo trono

Di vive figure nel regno divino.»

 

«Contento, sfioro le dorate corde musicali

Canto il valore della pura bellezza,

Da questo trono, che nessuno asserva.

Coraggiosamente entusiasti, brillano gli sguardi.»

 

«Mi corona l'azzurro luminoso sperone cavalleresco

Bel simbolo di un potere amato,

Qui termina ogni lite,

Libero da passioni, regna onnipotente l’amore.»

 

«Deliziato riposo, Amore, nel tuo regno,

Rilassato e tranquillo, bucaneve, sul tuo suolo,

Azzurri non ti scordar di me ai piedi,

Carezze di farfalle con i fiori profumati.»

Davanti all'alta magnolia

Come m'infiammi,

O albero luminoso –

Tutte le chiare fiamme

Dei tuoi calici lievemente toccati di rosa

Amorevoli fiori!

Tu, lume del Chiaro Mondo!

Come sento il tuo fiato –

Dolce profumo della tua anima!

Aleggio verso di te,

Sostenuto dall'ala della gioia,

Farfalla umana – Respirar amore,

Tuffarsi nei calici del piacere,

Nella rugiada del mattino di eterna giovinezza.

Tendo le braccia,

Ai lumi della tua esultanza!»

In gara davanti alla roccia verde

Chi è più veloce? Io, tu?

Chi fugge? Chi insegue?

Accanto al fuoco fiorito – Camino,

A destra, attorno agli angoli dell'azzurra colonna

Senza pertanto turbare le azzurre farfalle!

Attorno al melo in fiore,

Sopra l'orlo candido di fiori

Fuori nello spazio nevoso!

Agile, come in un sogno!

Un, due, tre!

Accanto al trono dell’amore!»

Festa dell'amore davanti ai corridori

Adagiati fra i fiori

Nella pace del Chiaro Mondo – inebriati dalla beatitudine.

Nessuna invidia turba con cattivi pensieri,

Tutti hanno il cuore puro.

Lascia ringraziar il divino amore,

Dove occhio nell'occhio amoreggia l’anima.»

 

«Si, anche nel silenzio – lo sguardo parla:

L'amore – altrettanto la nostra poesia.»

Davanti all’arancio

In ginocchio davanti a te, le mie braccia

amorevolmente attorno ai tuoi fianchi

Come se volessi ancor il battito

Del tuo cuor udire –

Pensa, come io nel mattino

ti destavo dal dolce sonno,

Quasi un bambino ti svegliava,

Sì, con un bacio ti destava,

Come in lotta nel segno dell'amore –

Pensa, come tu in cima alla collina

Sopra il familiare mare del Baltico

Mi abbracciavi e baciavi

Nel fervore della tua anima,

Apparentato, non solo nel sangue,

Anche nel cuore, ma ben più grande.

 

Sì, la mia vita terrena

Come molti altri,

Moglie, figli

Mentre tu rinunciavi al mondo

Tu in lotta per l'ideale

Incompreso dagli uomini.

Tuttavia nel profondo del mio cuore

Sospettai, a cosa tu fossi chiamato.

Un volta potei dirtelo,

Quando il mondo non ti riconosceva;

Una saggia volontà divina

Senza riguardo alle oscurità,

I gravosi tempi di sangue

Risparmiando la tua dispendiosa vita

Così da lavorare in silenzio

Sì! Per tempi a divenire.

 

Tu messaggero divino,

Combattesti contro gli spiriti vendicativi,

Ripeti ancora una volte quelle parole –

Davanti all'albero dai frutti d'oro

Sulla bella roccia del Chiaro Mondo –

Versi, che in grande lontananza

Una volta nostalgicamente creasti,

In pensieri sopra il mare

Sulla collina selvaggiamente fiorita

Lo sguardo in un futuro lontano.

Le sentii dal tuo cuore.»

 

«Waldy, una volta mio consanguineo

Germoglio dalla nobiltà baltica –

Ma ora, benedetto da Dio,

Co-salvatore nel Chiaro Mondo,

Pari-angelo, con le parole di Gesù,

Anche pari alle bellezze dell'Ellade.

Vi saluto, vostre orme di luce!

Alle quali allargo le braccia.

Accontento volentieri il tuo desiderio.

 

Quanto ti avessi amato,

Non l'hai potuto manco intuire –

Un bel sogno

Che mai si ruppe,

Rimase del fiore

Il tenero profumo

Da gioventù e gentilezze

In maturanti menti.

 

Quando ti baciavo,

Sebben indicibilmente,

Il cuor mio ne uscì rinforzato

Nella lotta dell'amore, che preparavo.

Avessi saputo

Che tutto muore

Quanto qui porta alla beatitudine

Ed al sole –

Dispiego le ali

Verso sera,

Come allora

Sulla collina fiorita.

E volo via!

Verso dove?

Da dove, nessuna notizia.

Qui son di casa … »

Tre figure davanti al colonnato

Eravamo in tre, uniti dall'amore

Con Lui che ci portò la Novella del Chiaro Mondo,

A ognuno donò ore ricche di benedizioni

Con lui, che tanto alleggeriva i nostri cuori.

 

Le colonne di fiori di fronte ai pioppi dorati

Son sacro segno per questi sentimenti;

Qui ognun potrebbe dir, chi il caro personaggio

Nell'esperienza fosse – ineguagliabile.

 

Il variopinto tappeto della vita è steso

Ai nostri piedi, dietro il mio capo,

Ed io vi includo entrambi, gioiosamente

il mio animo si allarga, credendo alla nobiltà.»

 

«Tu parli bene come una eterna fedeltà,

E fosti coraggioso, incensurabile …

Comunque pretesi per purificazione l'amara contrizione

Allor mi mancò d'animo la nobiltà.

 

Il Mondo del Caos mi sospinse dalla sua via;

Dapprima l'ho divinizzato da ragazzo

Gustai la grazia del suo cuore

Raffinato, uscii poi dalla mia tomba.

 

Una volta volli la via al Chiaro Mondo,

Deviazione che pagai.

Ora ne posso ridere di cuore

Abbasso la mano con risbocciato sentimento

 

E io? Che poss'io conversar d'amore,

Che beato mi ha reso e tuttavia dolor’

Mi ha procurato? – Follia! Esitare,

Dove in entrambi parlano i sentimenti.

 

Un cruento destino mi strappò dalla vita,

che mi frodò e una volta felice mi fece!

Ma non dimenticai cosa lui mi diede:

La vera felicità – fin a della morte il rapimento.

 

Colui che mi entusiasmò , quand'era in terra,

Quando divenni vittima – da Dio benedetto.

Così potei qui per primo divenir beato –

Uniti nello spirito – illesi dalla morte.

 

Questo frutto osservate, salutato da leggere farfalle!

Proviene dall'albero della mia vita terrena;

Pertanto restò intatto e senza età,

Immagine delle meravigliose forze delle ricerche spirituali.»

Davanti agli alti cipressi

Come guglie si ergono alti i cipressi

Sacri Testimoni del nostro amore.

Non dimentichi delle travagliate felicità terrene,

Già consacrate da vere forze delle anime.

 

Rannicchiati in ricco cespuglio di candide rose,

Circondati da numerose celesti farfalle,

ci sorride la felicità del giorno, immutabile,

In giovanili gioie, che mai invecchiano.

 

Sulla tua spalla appoggio leggero la mano,

Nessuna preoccupazione a tenerti

Hai rivolto il tuo corpo verso di me

Uniti in un tutt’uno, due figure.

 

L'occhio scuro tuo ride quasi sognante,

Nei tuoi neri capelli luccicano azzurre luci,

La catena di perle incorniciata da rosse labbra,

Sì amore, risvegli in me il poeta.»

 

«Parli così bene, che ti ascolto volentieri,

Ehi, biondo amico con il profilo della nobiltà,

Quanto di buona voglia sentimenti con te scambio!

Audace sempre fosti, da rimproverar giammai.

 

Anche le farfalle audaci nel scegliere i fiori,

Veraci fiori loro stesse, ma volanti.

Due gigli si ergono come incandescenti ceri

Per la festa dell'amore – dove entrambi vincono.»

 

«Sì, scura bellezza, d'ingegno disposto

Non ti manca del Chiaro Mondo la saggezza ,

Odora dolcemente, conquistando il mio cuore –

Come, attorno nel verde, i scintillanti bianchi narcisi.»

Davanti alla roccia della luce

Trono di roccia, come ti guardo entusiasta,

Aureo risplendi, bianco nevoso sulla cima,

Ti innalzi nel blu e le acque rumorose e

felici al mare scorrono.

 

Guarda come un arco dai setti colori chiaro risplende!

Appari davanti a lui – tu che ci mancavi!

Salve! Galleggi quale riscattato lottatore

Del Chiaro Mondo messaggero!»

 

«Quale vista nella valle dei fiori!

Ti salutiamo nel mondo della gioia,

Dove hai compiuto la tua opera

Martire del Chiaro Mondo!»

 

«Com’è meraviglioso il bel Chiaro Mondo!

Qui vive lo spirito divino senza odio e menzogna,

Nessun demonio, qui c'è vera pace,

Verità e amore!

 

Tu, coppia amata, in preghiera inginocchiata,

Sì, da cuore a cuore l'amore è preghiera,

Nel mondo della luce è il culto .

Unite le vostre mani!»

 

«Così ben si sogna – profondamente dei fiori il regno,

Da odio e tempeste indisturbati:

Qui di Dio è ordine, dal mondo del

Caos lontano.»

Davanti all’oleandro

È così chiaro, azzurro e beatamente caldo,

Come se nel fogliame cantassero le cicale

Fresche sorgenti saltellassero dalle montagne –

Come amorevolmente ti cinge il mio braccio!

Alla rosa di alloro vicino, i cui fior

Di rosa brillano così come le guance tue;

Qui la mia mano afferra in affettuosa domanda

Il mento tuo – sento, si infiammano

Le labbra nostre … all'ombra delle capigliature

S'incontrano gli sguardi

Quali apparecchiate api a succhiar il dolce nettare.

E non stanca mai la scoperta.

Le braccia tue rispondon al gioco dell'amore,

Franco a comprension mostrare

Come rotanti farfalle attorno ai fiori

L'aria attorno a noi si diverte, caldamente.

Il mare azzurro gioca con le scogliere

Le fronde allargono alte i pini

Dalle loro nobili e sottili linee

Nel frattempo gustammo sorsi d'amore.

Qui tutto è balsamico e contento al ventaglio

Dell'aria tepida. Ridono i gigli di fuoco

Ogni fiore vuol farsi più bello;

Persino l'acqua nel bacino ci sorride

Una piccola cavalletta ai nostri piedi.

È così che il Chiaro Mondo vuol salutare i suoi messaggeri?»

Girotondo al mare

Bionda beltà di odorosi fior di tiglio cinto,

Il cui attraente sguardo capolin fa da riccio l’oro,

Grazia, solleva il piè, già si muove il girotondo d’amore.»

 

«Ei, richiamami le tue parole, tu, apollineo giovin!

Aria marina, leggera, innamorata nei riccioli bruni,

Striscia i tratti colorati delle tue magnifiche braccia,

Verdi perle ti vestono, mio bello, non men

Che mè le blu viola. Afferra dunque il braccio mio!»

 

«Eterna primavera nel cuore, la portiam sulla brughiera.

Compagno, prendi la mia mano. Davanti a me nel passo!

Come sei vivace ed il piè come danzando sollevi,

In capo il tremito del papavero i rossi fiori!»

 

«Entusiasta innanzi mi tira la bionda clematis lilla,

Mentre il mare mi raggioia e le schiumose montagne,

Pure le fiere palme si ergono, ai piedi la bella figura

Dagli scuri riccioli – si affretta dalle sciolte chiome

Sempre davanti, clematis la mano alla farfalla.»

 

«Guarda, già due aleggiano su verso lo scuro ulivo,

Rincorrendosi, intrufolandosi nei viticci dalle bianche campanule:

Avanti ed indietro inclinati, dalle biondi e svolazzanti chiome,

Giubilante stella alpina, seguir nel gioco la guida di ciclamino.»

Sopra al girotondo al mare

Alto davanti al raggiante azzurro del cielo,

Sopra il luminoso campo del mare,

Sopra il girotondo al mare

Muoviamo su aerei sentieri,

Qual coppia di gemelli,

Maliziosamente ti allontani da me,

E suoni nella tromba di fiori

L'adunata per il girotondo in basso.

Subito ti seguo con animo energico

Muovo l'arco di colorate farfalle

Qual luminoso ventaglio sopra di te.

Questo è quanto senso ha per entrambi.

Chi sei tu, dunque? – Chi sono io, dunque?

Due creature, impossibilmente imparentate,

Scherzoso duetto doppiamente unito,

Strana cosa per il Mondo del Caos.

Nessun uomo ci minaccia, nessuna inferriata ci ostacola,

Esonerati siam dalle faccende del mondo del Caos;

Nessun nuvola o temporale ci minaccia,

Solo candide farfalle, lassù.

 

Ma guarda! Chi ci sta incontro volteggiando?

Su altrettanto ariosi ed alti sentieri,

In fronte ai pioppi dorati,

Nella sinistra, un fiorito paniere,

Pronto a dar fiato alla tromba di fiori

Ben oltre i girotondi ed i prati fioriti.

Il furfantello, ci sorride benevolmente.

Sii caramente salutato, nostro confidente!»

Davanti al girotondo al mare

Dietro supino, nel verde

Com'è piacevole godere la pista di una farfalla

Sul delicatamente raccolto ginocchio,

Accanto a molti variopinti germogli fioriti, –

Delicatamente il capo reclinante,

Le mani in gioco con erbosi ramoscelli,

Anch'esse contornate da colorate farfalle …

 

Gli occhi si aprono alle cose:

Ma non mirano nell'alto blu dell'etere,

No, nell'amoroso ciel di due occhi –

 

Riflessi dalle ciglia –

E nell'ombra di chiome bruno scure,

E rosse labbra pronte ad essere baciate.

 

Gentilmente dicono: ‹Amore, ti voglio bene,

Come ti ho sempre amato, caramente!

Lontan sono gli anni del mondo del Caos,

Che ci hanno unito – diviso: … Dimmi,

Come potesti immaginare il mondo divino, il Chiaro?

Senza un mondo pieno di menzogne,

Senza ingannarti ed altri ingannare!»

 

«Si, mio caro, conoscevo il chiaro ponte,

Divenni così di tutte le insidie vincitore,

Come il tuo bel corpo sparso di delicati cuscini

Qual ponte ci unisce,

Sopra noi coinvolte le farfalle scherzose.

Fu una lunga lotta – Tua la morte da eroe.

Ora la gioia, qual quotidiano pane.»

Sopra le ninfee

Sopra queste ninfee,

Sopra verdi foglie

Con il passo, senza peso,

Volteggiando rendono ancor più radioso

Questo leggero momento della vita!

Neh! Mi lascio scherzosamente acciuffare,

Ne sento di cuore il bisogno –

Sì, con te in libero legame.»

 

«Fatti passar per preso,

Nel regno dei fermagli amorosi,

Guarda! fiorisce la ricchezza della bellezza,

Mai rovinata, in tutta la sua benedetta pienezza –

Nella mente benedetta,

Come in tutte le colorate conchiglie

Mio cuore, felice di poterti raggiungere,

Ti sia concesso – ed acciuffarti,

Sopra rose senza spine.

Come le farfalle i fiori accarezzano!»

La gara davanti al salice

Saltellando tra i fiori!

Dove risuonano le campanule,

Si ergono alte erbe

Attorno ad azalee lilla

Vibrano azzurre farfalle.

Nell'avanzare,

Rossi frutti nelle mani!

Riuscirai, scuro tenebroso,

a portarmeli via?»

 

«Alcun frutto vorrò afferrare,

Che in questo mondo non maturi,

Avessimo fame.

Ehi, nel gioco lo potrei acchiappare,

Ma non come ragazzini selvaggi,

Nella gara devo vagare in tua ricerca,

Per goder del biondo frutto.»

Il salice al mare

Una corona di Re dovevo portare,

In un mondo di guerre e disgrazie,

Ma preferisco da qui troneggiare

In un mondo di giochi e di grazie.

Mio baldacchino, il verde intreccio

Movente, muto, nella brezza marina.

Afferro i rami intrecciati

Li lascio accarezzare, sfiorare

Appena sopra la magnifica umanità

Circondata da ineguagliabili farfalle

Per loro piacere e non per dolore,

Sul mio ginocchio – un pensiero scherzoso!

Un divertente gioco di ragazzi

Senza scopo o fine.

 

Sotto, appoggiato ad oscillanti rami

Un personaggio, sottilmente ornato,

Un uccello del Chiaro Mondo – a dimostrazione

Di come qui nessun peso ci opprime.

Principessina dal cappello fiorito,

Quanto ben vi sta la collana di perle!»

Riposo tra i fiori davanti al salice

Vicino mormora il mare come allora nei giorni di festa

E risveglia ricordo dei bei momenti,

Che tornano ancor oggi nei pensieri,

Penso a quel mondo, così ricco in pestilenze.

Come riposa. Immerso in un'azzurra gloria

Di bei non ti scordar di me

E di fiori bianco rosati.

Tutto parla di autentico amore, che mai incatena.

Sento l'alito rinfrescante di una leggera brezza.

Penso a lui, che mi ha già amato.

Poi venne la fortuna, che mai più disperde,

Beatitudine della completa comprensione.»

 

«La fortuna che ancor oggi mi rende beato.»

Davanti a al mare aperto

Familiare – risuona questo mare

Da tempi lontani, passati!

Ascoltare il passato senza rimpianti

Dolceamara beatitudine.

 

Ancor lo vedo, d'un trasparente meraviglioso verde,

Brillante azzurro fino all'orizzonte –

Inumidito dal bramoso occhio di un giovane

Non ancor giunto al suo traguardo.

 

E ora? – Lascia rientrare verso casa il tuo anelito,

Il tuo è ormai allor lontan presente,

Non più una lotta impetuosa

del cuor i desideri che ingannano il destino.

 

Sento la mano dell'amore-- e risveglio,

Come da un sogno – nella bella realtà,

Tu, biondo paggio – furfantello – rido

Del sognatore, libero dai tempi trascorsi!»

 

«Sono il tuo sciolto camerata

Ti sollevo dal mondo caotico

Tu, anima sognatrice, guarda,

Ti invito nel giorno del Chiaro Mondo.

 

Al mio calice di fiore spizzica

Una libera farfalla come me

Felice del dolce profumo

Del calice dell'amore – ti piace?

 

Il mare qui non è guerriero,

Gioisce del bianco splendore.

Allora! Assiem rallegriamoci.

Per malinconia posto non c’è.»

Sull'amaca al mare

Tu sei il mio dondolante destriero

Compagno di caccia,

Tu sei il mio cavallo e ti cavalco

Lungo il mare e nel largo

Pur rimando nel luogo più bello.

Cavalcare, un bello sport;

Una volta popolare tra i bambini,

Non più su muti cavallini di legno.

Tu sei il mio cavallo bello e vivo

E ti posso guidare anche senza morso

Senza che debba strappar le briglia.

Ciao! Mio compagno a dondolo.»

 

«Eh, sì, ti porto volentieri,

Senza fatica, vicino e lontano,

Dondolando su reti verdi e naturali

Svolazzante puledro.

Mi sembra un gioco raffinato,

Nitrir non posso, ma ridere,

Una si vicina e saporosa mira

In questo mondo davvero meraviglioso,

Molte e senza fine

Sempre nuove gioie.»

 

«In questo libero Mondo divino

Ognuno può rallegrarsi,

Come meglio pare a lui e agli altri,

E senza doversene pentire,

Siamo uniti nella fedeltà

Senza insolenze o inimicizie.»

 

«Si, bella saggezza, veramente.

Così, la vita meravigliosa diventa.

Allegria, allegri sempre!

Non ti butto giù.»

Volando sull'alto albero

Nelle nostre peregrinazion ariose,

Che abbreviar anche possiamo,

L'aeroplan non ci serve

Di precipitar non dobbiam temere …

Bellamente viaggiam sopra mari e campi

In un Chiaro Mondo solatio,

Presto passati l'erto pendio

Delle alte montagne, lungo le roccie,

Sotto di noi gli orridi,

Senza che ne abbiam paura

Nel nostro animo le forze creiamo

Non schiave della gravità

Non sottostanti le leggi terrestri

Nessuna minaccia da invidiosi venti;

Siamo noi stessi un aeroplano

Amorevolmente, il mio braccio ti include

Per un viaggio sicuro, caldo e veloce.»

 

«Sì, carissimo, e penso ai viaggi di allora

Più gravosi, come ben sai,

Ma eran – volentier lo dico –

A te unito, la più grande felicità,

Un sogno sulla stella del Caos.

Penso al lago azzurro,

Dove, nonostante gli uomini, imperterriti

Attimi di beatitudine ci siam goduti.

Dir tutto a parole a malapena riesco.

Certamente, come un sogno era,

Che rapidamente sparisce – e ci si risveglia

In una buia notte terrestre,

E oggi, si, giorno resta.

La mia mano dolcemente

Appoggio alla tua spalla

Volando serenamente,

Volando beatamente.»

Due figure davanti alla cascata

Posso chiederti se mi ami?

Rispondermi puoi con uno sguardo?»

 

«Che sciocca domanda!

Così palese è l'amore –

Qui, dove i fiori per le farfalle si affascinano,

Non temo cattivi insetti;

Qui, dove la giubilante cavalletta si arrampica,

Teneramente s'inchina sui fiori,

Senza farsi dalle amorose farfalle intimidire.

Qui, nessun paventa.

Siam noi a crearci capri espiatori

Come negli antichi templi?

Qui, sulla guancia

Un delizioso fiore in volo posa.»

 

«Si, così caramente tu conversi,

Che alcun risposta mi devi.»

La festa nella vallata

Qui nel boschetto appartato del Monte,

Qui nel solatio pendio del bosco,

Qui di fronte al trono di pietre preziose

L'ora della festa unir ci deve.

 

Oggi nella festa dell'arte celestiale

Possa ognuno, divinamente entusiasta,

Giocare, danzare, cantare a piacere,

Dalla divin grazia dotato.»

 

«Sovrasta e troneggia nella pace del monte

Il luminoso castello. Nebbie d'incensi

Dai fiori salgono in onore dell'arte.

Scettri di giglio, li apri?»

 

«Tu che in un equilibrio di pensieri

Ti appoggi alla scintillante malachite

Lo sguardo entusiasmo esprime

Annuncia dapprima il tuo inno d’incanto.»

 

«Meravigliosamente chiara la luce dei fiori,

Giorni di festa annunciano i ceri

Di un roseo rosso il Chiaro Mondo annuncia

Dell'anima la festa.

 

«Paventa nessuna notte i cuori,

Nessuna violenza a servire ci obbliga,

Dolorosamente, forze del demonio –

Amore sovrano.

 

Riposa ogni spada nel fodero

Potenza alcuna metterci in guerra può,

Qui nessuna arma il Mondo del Caos crea.

 

Il divin pensiero vive,

Indisturbato, luminosi progetti,

Armonie conservano nel Chiaro Mondo

L'eterna gioventù.

 

La felicità sia l'aspirazione degli Dei!

Levo il sacro calice

In lode e grazie dei santi cuori

Annuncianti il Chiaro Mondo!

Dio liberatore!»

 

«Sull’arpa dalle corde d'oro

Mi suoni una melodia!

Rose attorcigliate l'accompagnano,

Ispirano armonia!

 

E volteggiano leggeri

Qual rispecchiate immagini

Sul prato di candidi fiori

Sacre danze intrecciate.»

 

«Miracoloso, con queste belle esultanze,

Il riposo tra fiori lilla,

Davanti al trono di pietre e mosaici

Tappeti dai vivaci colori,

Inseriti nella verde malachite.

Dolci melodie ascolto, parole

Che riempiono fiducioso il cuore.

Guarda, come animati e leggeri i piedi

Danzano, senza toccarli, sui fiori

Azzurra e scura un'anima tra di loro,

Dove, attorno a bianche rose d'acqua, deliranti

Variopinte piccole ali mi deliziano.

Mai foste brutti e tristi bruchi,

Avidi e divoranti nel mondo del Caos,

Mai bozzoli morti – come gli umani.

 

No, euforiche anime voi siete,

Come noi – Farfalle del Chiaro Mondo,

Dal Caos la nomea di belle favole.

Ma che son del Chaos le cose?

Poco belle, d'odio grevi,

D'amor malati, ciechi crudeli,

Generi fugaci,

Che in fosse e libri

Mortal esistenze superano,

Mentoniere storie –

Sì favole, ma maligne.

Unico vero, il Chiaro Mondo.

Qui veraci le festività

Rallegratevi, fiduciose chiare figure,

Nell'eternità esercizio.»

I lottatori nella pineta


E se vincer vuoi – lottar tu devi,

Caldo pugna al bel boschivo bordo.

Avanzar vittorioso devi.

Tuttavia: continuo a resistere.

Non fuggo nella pineta,

Sei vincitore, che presto lo sii».

 

«Gentilmente stuzzicarmi vuoi,

Presto selvaggio, presto delicato,

Fintanto del gioco raggiunto è lo scopo;

E non riuscito ancor appare;

Scherzosi i pro e contra si confrontano,

Pertanto indecisa, la vittoria.»

 

«Ei, audace sei! Ma piacer mio,

Se a te piace – a te lo devo.»

 

«La tua piccola lingua, seppur audace, sporgi,

Coglierò comunque la violetta,

Guarda all'orecchio, di violette corona!

Nello sport dell'amore, riuscir devi.

Saggezza è questa, nella Luce.»

 

«E oh:

Ma anche chi perde,

Vince, un poco, sempre!»

Abbraccio nel giardino delle genziane

Le mie mani alla tua nuca attorno,

Quasi appendermi volessi,

Sul tappeto fiorito inginocchiato,

Mi hai sollevato nel Mondo divino!

Ovunque posi il mio sguardo,

Tutto è così bello, come non mai.

Sempre la tua nobiltà ho potuto lodare;

Rimanesti sempre bello e sempre giovane,

Anche allora, ah, nel ricordo!

Quando atroci ingiustizie subisti,

Atroci stupide ingiustizie!

Tu ancora oggi mi ami,

Tu, carissimo e unico!

Tuttora, libero da ogni terrena costrizione.

Osserva i numerosi azzurri boccioli delle genziane

E, quasi ardenti fiamme, le rosse ali!

Tu taci

E il capo chini, le mie braccia

Non si stancano – mi riscaldo

Al tuo Collo, al tuo petto,

A nuova vita, nuovo piacere!»

 

«Qual uccellin prezioso,

Volasti nella mia casa,

Tu una cara persona,

Così semplice e vero, così fedele e fine,

Da non poter celar la propria gioia.

Il caro raggio di sole

Mi salutava al mattino, al mio risveglio,

Esultante, ridendomi al cuore.

Così divenni tuo, e tu diventasti mio.

Eh, allora, i gioielli tu disdegnavi,

Che oggi così ben ti stanno.

Gli stolti di allora,

Le preoccupazioni, le invidie, i dolori del mondo caotico,

scomparvero altrettanto delle paure:

Se temi lampi e persone,

Ora sei qui e al sicuro resti

Nelle braccia dell'amore, bello e contento;

Così è oggi e sarà domani,

In questo Chiaro Mondo – per sempre.»

Riposando davanti al laghetto

Sdraiato sul tappeto al suol

Accarezzato da un'aria mite

E da farfalle che respiran dai fiori

Piaceri del sole.

 

Ei, farfalla birichina

Sulla mia spalla – lì, che vuoi?

Sei finalmente il mio caro tu,

Toccandomi maliziosamente?

 

Perché mi svegli

Da dolci sogni di passati amori,

O da speranze di prossime avventure?

Belli sempre!»

Aleggianti sopra il laghetto

Sopra il campo fiorito,

Sopra il verde lago,

Alti, davanti lo scuro bosco

Aleggiammo leggeri verso l'alto.

Danze innanzi a monti porpora e azzurri

Innanzi ghiacciai – verso il campo del cielo.

Nugolo di ali rosate, formicolio in movimento

Davanti alla luna, come uno stormo di uccelli.

Volteggiando uno intorno all'altro

Per scommessa,

Io, con la lunga collana di perle,

Tu, con rosati fiori nei capelli.

E ci rincorriam in cerchio

Al suon della lira.

Ascolta! Risuona chiara e distinta.»

Davanti due figure con la lira rossa

Odi della cascata il fruscio?

Accompagna la mia lira a forma di cuore –

Cara melodia!»

 

«Amico, accovacciato ai tuoi piedi,

La mia testa a te vicina e famigliare,

Penso ad una volta, – al bell'allora,

Come venne santificato.

 

Sì, santificato nel regno di Dio,

Qui sciolto dall'umana follia,

Dalle leggi della caotica natura,

Liberi nel Chiaro Mondo.

 

Intona della liberazione il canto,

Accordi risveglia, miracolosi

Lodano ed onorano

Dell'amor la magia e del Chiaro Mondo la gloria!»

 

«Anima mia, sei libero,

Libero in stretta comunione,

Rischiara dello spirito la natura

Rendendoti beato!

 

Mondo, tu bello – ancor più bello

Nascondi tempio nella Luce!

Anima umana, come sei ricca,

Ricca nel regno dell’amore!»

Davanti alla cascata

Chiare e giubilanti acque si liberan

Dalle alte rocce!

Altrettanto allegramente giochiam

Una celestiale gioiosa vita:

Su e giù

Dalla roccia al lago –

per poi risalir –

Un gioco senza fin … e scambiam

Letizia come luccicanti sfere;

Mentre i rami dei pini

sempre più chiari, sussurrano.

 

Ci libriam

Sull'acqua, nell'aere,

Dai minacciosi pensieri esonerati,

In una benedetta ed ariosa vita

Di crescenti profumi.

 

Ed il Sacro Spirito del Chiaro Mondo

Rendendo grazia

Ci accompagna all'agognato traguardo

Rallegrato dall'infantil gioco.»

Traduzione Bruno Ferrini

Il chiaro mondo
dei beati –
una concezione
del paradiso più
importante all'inizio
del novecento

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