L'Antologia sull'amor cortese e degli amici nella letteratura mondiale
Note
Quando, nell’introduzione, cito i moralisti ebraico-romani e coloro che prendono tutto alla lettera, non intendo i cristiani cattolici (neoebraici) ma bensì gli arcaici giudei di Bisanzio degli editti di un Mosé, Paolo e l'imperatore Giustiniano; la morale attuale degli israeliti è più di Cristo che di Mosè. Quando il nostro Stato, nel nome delle sacre scritture ebree, si esprime nel mantenimento dei divieti legislativi dell'amor cortese, non è solamente ridicolo in quanto non siamo ebrei e lo Stato affatto «ancilla theologiae», ma rappresenta pure una insensata incoerenza. Nelle disposizioni delle vetuste leggi ebraiche sta pure espressamente scritto che ogni semplice adulterio debba essere punito, anche un rapporto dell'uomo con la propria moglie quand'ella ha le regole; lo stesso dicasi se fa sposa la propria cognata e pertanto simili unioni sono ancor oggi vietate in Inghilterra. D’altro canto, la bigamia (Giacobbe) era ammessa. Com'è pertanto possibile, mi domando, per chi ha un minimo di cervello, giurare una legge che difende con patetica enfasi e che riprende in modo parziale senza pertanto passare per un imbroglione.
Riferiscono di notizie dalla nuova Grecia che non ho pertanto ancora potuto controllare in situ, riportanti che vengano benedette, da parte di sacerdoti appartenenti a Chiese cristiane, una sorta di nozze tra giovini. Quale prova supplementare: Anastasius, Viaggi di un greco in oriente, autore il mandatario inglese Orquehart (1830–40).
Elisàr – Elisarion Nella pagina del titolo, al mio nome di battesimo originale Elisàr ho aggiunto il suffisso «ION» per correttamente metterne in evidenza l'accentuazione, in quanto in molti contesti è stato inspiegabilmente malcompreso, anche se esiste un precedente con i casi di Elmar e Belisar.
Questo volume è l'espressione di una eticamente e politicamente indispensabile necessità culturale. Altro discorso, quanto questa abbia raggiunto gli obiettivi preposti. Non vi avrei apposto la mia firma onorevole se non fossi convinto che quanto realizzato sia motivo di fierezza.
Quale documentazione allego una passaggio dal noto giornale politico-satirico «Der Kladderadatsch» dove nell’edizione del 12 febbraio 1899, cito:
Monaco, A. S. Nelle inserzioni generali del Münchener Neuesten Nachrichten (Nr. 52) si rende noto: «Giovine signore cerca conoscenza di giovine signore piuttosto musicale, scopo matrimonio. Risposte sotto K-L. 29:677». Anche a Berlino, tutti gli illuninati sono dell’opinione che il § 175 del codice penale tedesco debba essere stralciato, ma nessuno, per quanto ne sappia, pensa ad un matrimonio tra uomini. Non ci dobbiamo pertanto meravigliare più di tanto, se presto vedremo simili inserzioni in giornali di provincia.
Ricordo a questo proposito anche le petizioni al parlamento tedesco (Reichstag) sottoscritte da così tante personalità famose.