Elisarion > opera letteraria > Bibliografia di Eduard von Mayer > Menzogna su Goethe

La menzogna su Goethe

Da questo riconosco l’istruito!
Quanto non toccar, lontano miglia;
Quanto prender non puoi, mancarti non può;
Quanto calcolar non puoi, credi non vero;
Quanto pesar non puoi, per voi peso non ha;
Quel che non rende, pensate non valga.

 Goethe


Eduard von Mayer usa come incipit del suo duro confronto con il Monismo ed il suo fondatore, il famosissimo zoologo, filosofo e libero pensatore tedesco, sua «eccellenza» scientifica Ernst Haeckel, 1834–1919, una citazione dal popolare bestseller mondiale di questo autore del L’enigma dell’universo, 1899, che aveva appena fondato, la lega monista tedesca. Se da un lato il valore delle idee scientifiche di Haeckel non viene messo in discussione, sua l’invenzione del termine «ecologia», si sono anche a suo tempo messi in dubbio l’onestà scientifica di alcuni suoi lavori: I disegni degli Embrioni, in Anthropogenia, quale evidenza del Darwinismo, 1874, cosa ripresa ancora recentemente dalla rivista Science. Ma Eduard von Mayer aveva anche un altro motivo per avere il dento avvelenato con Haeckel: il suo sostegno a Magnus Hirschfeld nella tematica dell’ermafroditismo umano (drittes Geschlecht, terzo sesso), una teoria che Eduard von Mayer aveva rifiutato sin dall’inizio.

Di seguito è il testo abbreviato di Eduard von Mayer. Originale tedesco PDF


«Ma il compito più importante ed altrettanto gratificante di … questo studio non è ancora stato affrontato da nessuno: affrontarne nero su bianco in forma succinta e chiara le sue fondamentali contraddizioni.»

Con questa citazione von Mayer inizia «Die Goethelüge»

Con queste parole sua eccellenza Haeckel, nella sua postfazione a «L’enigma dell’universo» lancia una sfida riguardante un suo lavoro dedicato a Kant. Vorrò sottoponi a questo lavoro, non però a proposito di Kant, ma di Monismo. Sua eccellenza Haeckel si sbaglia quando, modestamente, crede che già sin d’ora il Monismo ha un più grande seguito di quanto si sup­pon­ga» – non é da oggi che la maggioranza delle menti confuse, la maggioranza dell’umanità fosse disposta al monismo. Pertanto è finalmente necessario presentare, chiaro e semplice, le con­traddizioni del Monismo per ridurre in cocci la menzogna della sua unitarietà. Sua eccellenza Haeckel, poco modes­ta­mente, si sbaglia quando sostiene a spron battuto dell’esistenza di «prove» per il monismo che ne accertano incontrovertibili con una visione unitaria del mondo nelle scienze esatte naturali – in verità, il metodo del monismo si rifà a trite e ritrite, dog­ma­tiche se non confessionalistiche convinzioni presenti nell’af­fer­mazione. E sua eccellenza Haeckel si sbaglia, senza alcun permesso, quando si rifà a Goethe, che avrebbe dato, quale filosofo unitaristico, il suo marchio al monismo per il tramite di poemi immortali quali Faust, Prometeo, Dio ed il mondo.

Secondo eterne, grandi,
inflessibili leggi

tutti dobbiamo

compiere il cerchi
o
della nostra esistenza.

I monisti si richiamano sempre ed ancora all’autorità di Goethe potendo così tacitare i filistei della educazione, che di Goethe hanno comunque letto poco o nulla altrettanto della nostra o sua eccellenza Haeckel che cita, completamente fuori da qual­siasi contesto il poema «Das Göttliche» (Il divino) di Goethe da cui provengono i versi qui riferiti. Ma sua eccellenza Haeckel non mancherebbe di prendersela pesantemente con un qual­sia­si suo collega ricercatore che da una osservazione parziale, quale la durezza del basalto, ne deducesse la teoria dell’e­vo­lu­zione … Non lo considero né esatto, nemmeno scientifico e anche lo qualificherebbe di poco onesto. Esattamente quanto fa sua eccellenza Haeckel quale venditore ambulante di valori goetheniani.

La menzogna su Goethe da parte del monismo si pone all’a­pice delle contraddizioni del Monismo in quanto mostra con quale scaltrezza, quale esattezza (inesistente) e scrupolo (poco), da lui stesso condannati e tacciati roba da gesuiti o dottrina scolastica, lui stesso si permette di fabbricare le «prove» atte a dimostrare la chiarezza e l’unitarietà che vige­rebbero nel Monismo ed in realtà consistenti in mere chiac­chiere filosofiche da bar di periferia e di imbroglioni.

Non disconosco i meriti di sua eccellenza Haeckel. Meriti nel campo dei precursori del Darwinismo e dell’evoluzionismo (seppur in forme grezze); i suoi chiacchieratissimi disegni di embrioni non scuotono la giustezza implicita dei suoi lavori nelle scienze biologiche. Ciò nonostante, questo giustamente preoccupante accavallare di relazioni ed osservazioni per lo meno viziate da preconcetti, nell’intento di convincere il pubb­lico, sono un sintomo di come superficialità ed inesattezza siano nella disponibilità di sua eccellenza Haeckel quando si tratta di stravolgere i fatti a favore della bocca buona dei monisti pronti a farsi propinare qualsiasi cosa pur di sod­dis­fare il loro appetito di dogmi. Che lui abbia ridisegnato con­fe­zionandole ad arte, quale materiale esattamente pro­bante, queste deformazioni, la dicono lunga sul personaggio. Il richiamo a Goethe, una figuraccia da veramente vergognarsi. […]

Haeckels Goethelüge, tedesco

Sua eccellenza Haeckel nella sua perversione, vi ci vede esclusivamente che il legame terreno e non oltre; ciò non di meno, in blaterante inprecisione e sconsiderata critica, fa un uso di Goethe basato su calcoli per lo meno demagogici.

L’identità di idee con quelle di Goethe di cui sua eccellenza Haeckel si appropria così protervamente, semplicemente non esiste. E questo proprio dal portaparola di un Monismo «esatto»? […]

Le erronee affermazioni scientifiche

Ma qual’è la visione del mondo del monista istruito? Non tanto (dagli opuscoli della lega tedesca dei Monisti) per quanto concerne la pretesa che tutto si svolga a livello di cose naturali in funzione delle forze presenti (causalità). No. La diatriba non si fonda tanto sul rifiuto della natura, ma nel comprenderne la funzione nell’ambito delle cause ed effetti. Persino la questione della creazione, per chi ci crede, si riferisce piuttosto alla causalità terrena di cui i moralisti non possono evidentemente comprenderne la funzione visto che le loro misure ed esigenze permettono loro di accettare che quanto rientra nel concreto, castrando così la realtà, fissandone i limiti in funzione di grette credenze aprioristiche. E ciò che definiscono come scientifico, in luogo di svolgere una vera scienza con la compartecipazione del singolo individuo, gli fanno assumere un valore puramente fugace.

La visione monistica del mondo può essere riassunta come segue:

Al di sopra di casi singoli, cui ven negata una propria esistenza indipendente, vige dettando leggi implacabili, ma generosa e buona, madre natura.

Di comprensione generale, può apparire retta da concetti uni­tari. Se soddisfa, può essere motivo di consolazione. Ma pro­prio questa millantata unitarietà ed unione con la natura mostra, con i suoi lati pratici, essere più che basata su realtà scientifiche seppur opinabili, i fatti reali, sulla poesia, im­ma­gi­nata, della natura. A parte la quasi incredibile assenza di logica nelle loro teorie, esistono conseguenze dannose nei loro effetti pratici.

Sua eccellenza Haeckel afferma l’esistenza di una visione uni­ta­ria e chiara nelle scienze naturali moderne. Ma questa visione esiste che nelle menti e tra i traviati desideri poetico-creativi di menti oscurate.

Nella realtà:

I. Sua eccellenza Haeckel si pesca dalla fisica esclusivamente ciò che gli torna comodo.
II. Tra il monismo del biologo Haeckel e quello del chimico-fisico Ostwald esiste un antagonismo dualistico.
III. L’evoluzionismo di Haeckel ed i concetti energetici di Ostwald sono, con i propri principi cui soggiaciono, in netto contrasto tra di loro.
IV. Le varie ipotesi fondamentali si oppongono al monismo.
V. Il monismo non trova alcun riscontro nella realtà.
VI. La pratica monistica si trova in contrasto con i suoi dettami teorici.

Il Monismo è un sistema di cruda confusione con un unico punto decisivo: il dogma della nullità individuale e la comune sudditanza. Attorno a queste bandiere nichiliste si affollano genti ottuse nel pensiero e la volontà, e ciò esattamente come successo da sempre, in tutta la nostra cultura. Questo dogma centrale, nocciolo nel credo monistico, collega le altre religioni con il nuovo credo che rappresenta, riducendo tutto all’osso, un processo di degrado della religione di ieri che ha indotto, dalla propria dissoluzione, ad alleggerire alcune forme di rigidità e pertanto attirato tanti accoliti che gli volteranno le spalle al momento che la loro forte voglia di vivere renderà loro evidente lo spirito reazionario e caotico della depravazione spirituale rappresentata dal monismo.

Il dogmatismo da bonzi imperante tra i papi del monismo è evidente da queste righe ricevute il 14 maggio dal Consigliere di Stato prof. Dott. Otto Witt, redattore della rivista «Prome­theus», dopo avergli fatto avere il mio «Favole delle scienze naturali» (Quaderno 2 dei «Lebenswerte», Jena, 1907, Her­mann Costenoble): La lettura od il giudizio o critica  di scritti polemici che si oppongono allo sviluppo moderno delle scienze naturali e della tecnica, mi è stata risparmiata per questioni di tempo ma, comunque anche avendone di tempo, me ne guar­derei bene. Index librorum prohibitorum, infal­libilità del professore.

Quale privato, il professor Witt è libero di non soffermarsi sulla la mia pubblicazione, ma quale luminoso faro diffusore di conoscenza popolare dovrebbe tenere in considerazione il mio breve intervento di oggettiva polemica e non preoccuparsi che di monopolizzare le dogmatiche tesi moniste. Mi sono opposto al Monismo, non quale astratto filosofo, ma quale ricercatore scientifico della natura – sull’onda di un giovanile e spontaneo entusiasmo nei confronti delle scienze naturali, fui finalmente assistente in fisiologia all’università di Losanna: fu lì che che presi coscienza, quale addetto ai lavori, degli arbitrari costrutti della così detta scienza scolastica. Amicus Plato. Sed magia amica veritas. E pertanto abbandonai le materie delle scienze naturali a favore di una costruttiva critica della cultura.

Si giungerà con il tempo a comprendere la globalità della visione della natura, del mondo, della liberatoria visione di Dio insite nel Clarismo che considera l’unitarietà dei singoli quale fonte della ricchezza dietro molteplicità dei singoli negate e non possedute dal monismo nemico delle persone e della realtà quale lo furono altre stantie credenze del passato.

I sei punti delle contraddizioni insite nel monismo, per di più con sussiego da Haeckel associati alle menzogna su Goethe, sono riassumibili dai titoli delle considerazioni di dettaglio come segue:

I. Haeckel e la scelta arbitraria della scienza. Rifiuto del 2. principio della termodinamica – Equivalenza tra spirito ed energia.
II. Evoluzionismo contro energetica al contrario. Salita contro eterna discesa – Principi di dualismo perfetto.
III. Auto contraddizione logica del monismo secondo Haeckel e Ostwald. Monismo contro ogni sviluppo – Misure quale confronto di grandezze predisposte.
IV. Contraddizioni interne al monismo. Quel metodo di ricerca e rapporti tra pensiero e vita.
V. Contraddizioni del Monismo con il mondo reale. Nessun effetto senza causa.
VI. La prassi monistica in contrasto con la teoria. Segui le nostre azioni, non le parole – lasciando perdere la ques­tione del libero arbitrio.

Questi sei argomenti sono discussi in dettaglio da Eduard von Mayer, Contraddizioni del Monismo

E nuovamente a Goethe ed il suo «Il divino», falsamente citato da sua eccellenza Haeckel. Lo ripeto: lontano da essere una testimonianza a favore del Monismo, il poema è caso mai piut­tos­to una precursore del Clarismo.

Qui c’è la natura in un disordinato mix caotico di cose piacevoli («splende il sole» – «brillano la luna e le stelle»), distruttive («vento e tempeste, tuoni e fulmini e grandine … colpiscono … uno dopo l’altro») – le necessità delle natura dalle apparenze incomprensibili «la fortuna bussa … » Una vista genuina vi­si­one delle necessità della natura con le sue brutali esigenze delle esistenze naturali la cui essenza viene definita da Elisa­rion quale «Caos» e compresa anche quale sviluppo di lotte tra singoli immaturi in un mondo autonomo ed incompleto al quale sono sottoposti tutti quali parti del caos fino alla loro maturazione. Questo severo determinismo non è esclusiva del Monismo – anche il non monistico Goethe, anche il clarista Elisarion, conoscono la necessità. Da essa non trae origine la negazione individuale, ma bensì le graduali frontiere dell’in­di­vi­duale. Ma c’è di più: tutte queste necessità, si ripercuotono sul singolo nelle sue differenti gradazioni di maturità e vengono erroneamente chiamate «leggi».

Da un punto strettamente della logica, il Monismo dovrebbe rifiutare con ancor più forza il determinismo senza alcun valore per il singolo, senza alcuna dotazione di poteri e così permettere alle entità superiori di apparire loro ad ogni momento per compiere miracoli.

Tutto il determinismo del Monismo rappresenta una incom­pren­sibile ed illogica autolimitazione del tutto, spiegabile dal ruolo di sottomesso del singolo.

Ma il determinismo, che diventa logico possesso del Clarismo quale sviluppo di una fede individuale, ha anch’esso il suoi limiti. Pertanto Goethe riconosce nei suoi intensi sentimenti preclaristici: «solo all’uomo, l’impossibile» e quell’impossibile per i Monisti reazionari, è contro le leggi della natura, sov­ran­naturali.

Goethe piazza l’uomo con i suoi scopi ed intenzioni, dif­fe­ren­ziazioni e scelte contro le necessità della natura matrigna ed indifferente; e siamo solo ad un passo dalla visione claristica dove il singolo individuo per sua caratteristica si contrappone per superarla con tutte le sue «leggi naturali» e costruire promuovendo la volontà di vivere un nuovo ordine alla propria esistenza.

Ma ciò non sarebbe stato possibile per il singolo, seppur desi­derando di contrapporsi al giudice, padrone del caos della naturale per raggiungere il mondo di perfezione degli il­lu­mi­nati, come dal Credo claristico. Goethe intuiva, con cuore e mente questo mondo ultraterreno tanto disprezzato e ridi­co­liz­zato dai monisti «onoriamo gli immortali, quali fossero mor­tali». Un modello, una premonizione di «quell’essere prei­de­ato» è l’uomo coraggioso, vitale ed entusiasta per un ideale riconosciuto, obiettivi da raggiungere in contrasto alle leggi naturali, e tutto con l’aiuto divino.

Ed Elisarion nelle basi del Clarismo afferma:

«Così lo sono anche i mie pensieri, sulla natura di oggi, alla quale riconoscono una volontà ed una espressione della natura … che vi indica, per il mio tramite, le sue proprie intenzioni con l’ausilio della mia volontà per raggiungere con le mie opere di fantasia e d’arte una sua perfezione che supera il caos in­dif­ferente ai sodali del monismo e alla loro infantilità e cost­ri­zione.» (Nuovo volo, pagina 45.)

«Scopo divino: maturare l’armonia, agire immanentemente, con amore, bontà e pazienza, fecondare e migliorare l’uomo che gli si avvicina; in breve scioglierlo dal caos e salvarlo.» (Nuovo volo, pagina 56.)

Scegliere tra lo spirito Clarista di Elisarion ed il rozzo pensiero monista, per Goethe nessun problema e questo malgrado la Haeckeliana Menzogna su Goethe.

 

Postfazione

Nulla di più lontano, di voler disquisire contro l’osservazione della natura – al contrario desidererei che essa abbia luogo senza remore e preconcetti!

Mi oppongo contro una naturologia scolastica, contro gli assunti del Monismo che cercano di farsi passare quali uniche verità strettamente dimostrate con lo scopo di tacitare i «laici». La mia lotta contro il Monismo finirà il giorno in cui ogni singolo monista si renderà conto che il suo monismo è un credo che nulla ha a che vedere con la «scientificità».

Allora le vie della libertà spirituale e della ricerca si apriranno, per il momento ancora bloccate dagli spiritelli maligni sotto­messi alla teologia e la naturologia.

 

Traduzione Bruno Ferrini

La menzogna su Goethe, 1912

L’opuscolo di 33 pagine apre senza esitare e facendo da subito comprendere al lettore che il von Mayer (malgrado il titolo fuorviante e comprensibile che a lettura ultimata) non ha Goethe nel suo mirino ricco di sarcasmo, ma ben sua «eccellenza» scientifica Ernst Haeckel e degli pubbli­cazioni scientifiche popolari di grande successo. Le teorie monistiche di Ernst Haeckel sono anche criticate in modo implacabile. Eduard von Mayer affronta il Clarismo come una nuova visione del mondo.

Ernst Haeckel

Ernst Haeckel: Il biologo tedesco, poi filosofo (1834–1919) fu autore di estremo successo per pubblicazioni di carattere popolar-scientifico, tradotte in molte lingue. Era inoltre un abile disegnatore ed illustratore. Il suo grande successo si basò sulle illustrazioni esplicative delle sue teorie. Tra i suoi libri più importanti, Morfologia generale degli organismo, 1866; Storia della creazione naturale, 1868; Antropogenesi o storia dello sviluppo dell’uomo, 1874; Le Forme d’arte della natura, 1874 e I misteri del mondo, 1899, quest’ultimo ebbe enorme successo. Assieme a colleghi della lega Monista tedesca, cercò di propinare una nuova filosofia ai contemporanei, rassicurandoli. Questo volume fu l’oggetto delle estreme critiche che Eduard von Mayer espresse nel suo Menzogna su Goethe.

Già ai suoi tempi, Haeckel venne criticato dagli ambienti scientifici. I suo disegni sugli embrioni che avrebbero dovuto dimostrare lo sviluppo di forme animali «primi­tive» alla «massime» fattezze umane risultarono essere pura speculazione e fantasie senza alcun fondamento scientifico. Altrettanto dicasi delle sue teorie di un «auto­al­le­vamento» dell’uomo a forme sempre più migliori, roba da pazzi. Incredibilmente razzista la sua affermazione che i negri fossero più prossimi alla scimmia che all’«evoluto» europeo (caucasico). Grande diffusione trovarono i suoi quaderni «Forme d’arte nella natura», che ispirarono artisti dello Jugendstil.

Oggi, è quasi impossibile immaginare quanto queste pubblicazioni abbiano potuto influenzare la comprensione generale sulla natura e la fisica, seminando il dubbio sulla visione cristiana del mondo. Un mix di nuove ed evidenti e corrette teorie basate sulle scienze con altre asso­lu­ta­mente e perfidamente false che sussistono nelle menti di molti razzisti a noi contemporanei.

 

Die Welträthsel, Gemeinverständliche Studien über Monistische Philosophie von Ernst Haeckel
Titelblatt der Erstausgabe 1899
L’insegnamento della creazione naturale,
Il gruppo della famiglia dei Catarrhini.
Ernst Haeckel, prima edizione, 1886

L’immagine a illustrazione dell’importantissimo fatto in relazione alla formazione del cranio e la fisionomia del viso dove sono evidenti le meno accentuate differenze tra gli uomini inferiori e le scimmie superirori di quanto lo siano le differenze tra uomini inferiori e superiori … gli uomini inferiori (Fig. 4,5,6) assomigliano molto maggior­mente alle scimmie superiori (Fig. 7,8,9) di quanto è rappresenato dall’uomo superiore (Fig. 1). Dichiarazione del quadro titolo originale (tedesco)

1. Indogermani (maschio)
2. Cinese (maschio)
3. Patagone (maschio)
4. Negro australiano (maschio)
5. Negro africano (femmina)
6. Tasmanico (femmina)
7. Gorilla (femmina)
8. Schimpansé (femmina)
9. Orang-Utang (maschio)
10. Gibbone (maschio)
11. Scimmia nasica (maschio)
12. Papio (maschio)