Criminali
La monotonia della nullità generale, secondo l’opinione scientifica del nostro tempo, rappresenterebbe il significato della vita, la saggezza dell’universo.
Se la vita proseguisse nella cella di un giovane studioso, la maldestra illusione indagatrice dello spirito intellettuale potrebbe rimanere tale; è il diritto di tutti di ingannare se stessi.
Ma nella vita reale, questa bolla di sapone scoppia.
Sfidando le regole di una saggezza dell’universo «fermamente fissato», morte e malattia, distruzione, miseria, spreco sono fin troppo reali; e anche per un funzionamento puro e potenza di «bilancio», tali coincidenze, dopo tutto, sono assurde inibizioni contro il senso di lavoro dello spazio lavorativo; quante forze si perdono grazie alla sempre rinnovata educazione dei lavoratori utilizzabili e sfruttabili! che hanno acquisito prestazioni distrutte da vecchiaia e morte.68 L’uguaglianza intrinsecamente senza valore, il potere costretto dalla «legge naturale» contraddice opprimendolo, in battaglia nella gestione quotidiana, tra l’ordine di lavoro e coloro che lo disprezzano.
La vecchia domanda del pensatore sulla coercizione o sulla libertà della volontà non ha nemmeno un volto serio nella vita reale. Giochini basati sui concetti, come se fosse che gli effetti siano senza cause, le decisioni volontarie fatte senza motivo nella vita reale queste sono sostenute dal senso di libertà del singolo, senza pensare a trucchi logici di contenuti per la libertà di reali sovranità intrinseche della volontà, l’autonomia delle sue azioni, sono testimoniate dal senso di fiducia che non ha paura di impegnarvisi.
Questo è il determinante punto di svolta della vita.
Ma proprio questa autonomia certamente non tollera lo spirito della fame, e vi si contraddice con doppia arma attestata dalla contraddizione mendace, imbarazzata da confusione.
I funzionari di fabbrica della vita, le guide, gli ordinatori, i giudici del funzionamento del consolidato governo lavorativo, spiegano necessariamente l’individuo quale libera volontà ed interamente responsabile, per esserne autorizzato a interromperla ad ogni impulso naturale attraverso la punizione e così, a poco a poco, «liberandola dalla propria volontà «di farne una affidabile macchina di lavoro; così anche Kant, con la sua «forma di pensiero» del tempo, toglie eliminandoli tutti i motivi e sottopone il libero arbitrio all’atemporale dovere universale.
I ricercatori, essi stessi struttura di lavoro studiosi e pensatori spiegano l’individuo necessariamente per assente da volontà, non in quanto minacciati, ma per conto del proprio essere, e pertanto così impegnati, a totale sottomissione. Così si distruggono anche l’individuo, non con le minacce, ma scoraggiandone la volontà con i paraocchi, anche con l’abbagliamento lì con la frusta e la briglia, la bestia umana indirizzata lontana da ogni propria via, utilisticarmente asservita sul binario dell’asservimento alla fame.
Ma se i funzionari della ricerca avessero ragione, allora nessuna auto-resistenza sarebbe possibile, manco in un’insurrezione cieca, e men che meno in una trasformazione intenzionale; eppure questa è reale, e pertanto. così hanno sbagliato, secondo logica e vita.
Questione di funzionari statali che sono tra gli ingranaggi della vita, quand’anche riconoscessero il grado delle proprie inclinazioni, verificare se tali forze non lo fanno inutilmente sprecandole, consumate nella nuda resistenza e potrebbero essere ben recuperate a più proficuo servizio non appena si affidasse loro più appropriata leva. Ma questi stessi funzionari sono solo strumenti nudi di regole sovraordinate, intese a preservare l’ordine costituito dalla fame e a non modificarlo; così, in loro, gran parte della comunità si consuma in attriti e poteri completamente sprecati, che influiscono sugli altri meccanismi più onerosi che sulla promozione. Infatti, il comune sindacale lo Stato vi si unisce in degno lamento e potrebbe ancora essere molto più vantaggioso, anche sulla terra affamata, senza l’idolatra paura del suo vero germe, la creatura in proprio che si sforza con le proprie opere.
Nessun cambiamento è da sperare in questo terreno comune di lavoro dominato dalla fame, quindi l’individuo dovrà fare, per proprio conto, la propria trasformazione.
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I criminali trasgressori l’hanno già fatto in un modo goffo, ma distruttivo, da sempre.
Sia la maleducazione, la pigrizia, predisposizione congenita o acquisita, forzate o guidate dal caso -sono, con la loro comune realtà avversa realtà, il semplice fatto e prova che certi sentimenti comuni di altri non sono considerati in essa, e in questo disuguali. Certamente! presto si uniscono, a simili disuguaglianze e forme, con loro in una nuova comunità contro la prima: banda, società segreta, camorra, Stato nello Stato. Anche se di solito è lo stesso contenuto di fame, anche in maniera grossolana, la criminalità dei trasgressori, in quanto tale, mostra tuttavia la non-ordinaria, la particolare realtà.
Ma infrangere la legge solo per propria avidità, tutto il crimine contro le persone stupri, omicidi, violenze, furti, frodi, l’adulterio non ha un coefficiente di portanza.
È diversa la situazione, quando l’auto-volontà, fedele alla sua natura ordinatrice, mira a rimodellare l’ordine esistente, inadeguato; lì la vita è onorata e chiarita, eppure tale attività appartiene all’illegittimità, nel senso più profondo del termine.
Ogni riorganizzazione in qualche cosa di nuovo , ferita con parole o fatti, e si trattava semplicemente di rispetto, lo stato del caso, più o meno, lo ha cambiato con violenza ed è quindi recepita, da parte dei precedenti utenti degli ordinamenti, come illegalità, come un crimine contro la legge che dev’essere pertanto perseguitata, punita. Qualsiasi riorganizzatore può essere criminalizzata a caldo, il suo lavoro, e abitano in essa solo una sensazione nei momenti in base al diritto attuale, nuda e priva di ogni rigidità di vita, delusione, soprattutto quale delirio di massa per amore del quale quindi, in primo luogo è stata inventata la «santità» della legge che in realtà unicamente è netta restrizione all’uso della violenza quale nuda necessità senza dignità interiore. La consacrazione, che è stato assegnata alla legge, dimostra solo attraverso questa enfasi psicologica che si è rivolta a quelle nature, quindi non richiedono inpaurimento e limitazione, quale impulso mentale per tutta la vita della minaccia alla fertile vera sottomissione alla vita comune ma ora la follia della masse dovrebbe essere rovesciata. La «dignità della legge» non ha ancora addomesticato un subumano: lo fa in maniera improvvisata! la paura della punizione e questa stessa; bene, ma la fittizia sovranità ha innumerevolmente spesso inibito, ordinando la vita e gli istinti di persone di valore, paralizzadole e distruggendole: a favore della massa.
Ogni cambio di vita, ogni «Riforma», in qualsiasi campo sempre: stato, economico , ecclesiastico – sono state, prima che arrivassero a buon fine, rivoluzione; e ogni «rivoluzione» in seguito appare a coloro che godono i loro frutti in un lavoro silenzioso, una salutare «Riforma», mentre i membri degli ordini precedenti continuano a rifiutarla. Lutero era un criminale e trasgressore per la legge della Chiesa romana, un malvagio per tutti i santi romani a ragione di un’anima liberatrice che si sentiva una roccaforte nel mondo romano. Pietro il Grande rovesciò il vecchio ordine, che oggi molte persone ancora non gli perdonano; se avesse fallito, sarebbe stato chiamato solo un criminale. I Bernesi spararono ai Vaudois, quelli del maggiore Davel, come traditore scandaloso, che oggi è venerato quale martire dal suo paese libero. Washington era, dal punto di vista inglese quello della legge in vigore un criminale e Luigi XVI lo divenne dal convento al potere. Theodor Yorck che ha convertito il comando reale con la volontà chiara senza timore per la legge marziale, sapeva dell’obbligo interiore al potere della disobbedienza.
Di che grado in possesso, del potere all’interno, il potere conia, quali monete, tutti i valori alle leggi così a lungo come hanno validità, poiché la violenza che li ha creati è un corso obbligatorio. Tuttavia, in termini legali, la vita appare come un enorme dispotismo, temperata da costanti benefici dati dall’infrangimento di leggi. Di questo stato hanno unicamente vantaggio della vita i disturbatori, tutte le persone criminali che sono propriamente un semplice rozzo personaggio; sensibilmente danneggiata dalla criminalità personale, il miglioramento della vita, non meno che dalle leggi che sono state emanate con riferimento a tale miglioramento, l’atto è chiamato a indurne la sua manomissione. L’infrangimento non è semplicemente una vita più ricca per il trasgressore è anche il senso del chiarimento da tutti i disturbi comuni, il giudice degli errori di calcolo della fame, è il modello della rottura, del superamento di tutte le «leggi della natura» inventate a nome della quale la vita vien devoluta al caos. L’incondizionato, impulsivo, il culto cieco del diritto legale in quanto tale, in nome della sovranità del potere, del passato o del numero è di per sé un crimine contro lo sviluppo di una vita superiore, il chiarimento divino, la redenzione, creazione.
Una legge significa superiorità, non perché in quanto legge è, ma in quanto corrisponde alle opere di Dio, e Dio è davvero un nemico di brutalità, distruzione, bugie e odio, ma anche la più alta amicizia nell’ascesa dell’essere proprio, cui indica la via dal vincolo delle pene insite nelle masse, in amore e nella bellezza, fino al futuro della natura elevata.
Ma questa coercizione del desiderio di massa è mascherata da ciò che è brevemente e ampiamente chiamato «legge», anche una parziale «correzione» della natura, ammesso nel senso vero della pesantezza unilaterale.
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A dire il vero, fino a quando il vassallaggio alla fame non è ancora compreso, non è l’obiettivo della volontà la via della vita si realizza, anche la più grande personalità si sentirà cosciente di qualsiasi altro compito che non sia quello di soddisfare in un modo o nell’altro la fame, ignorandone gli abusi per disattivarne il controllo.
La forte volontà di ciò che effettivamente aumenti di grado la lotta contro il caos, l’ordine del vaglio, a cominciare dalla inclinazione ad avere fatto tutto ad esclusiva conservazione del caos; e questo delirio poi incontrastato sicuramente con sordido egoismo, così può essere il nemico di vero rinnovamento della vita, farne un nuovo ordine. Tale ristrettezza è spesso più inerente a importanti uomini di Stato.
Indomito nel suo essere, un uomo dalla volontà sarà uno solo meno curvo nel primo movimento attraverso foreste e deserti, la sua sicurezza, persone potenti, in amori volatilmente passeggeri che occupano, ora e poi, con la lussuria. Ma hanno anche le madri formato la comunità protettiva, la forte volontà capirà questo nuovo strumento, dirigerla in funzione protettiva, assegnandole un ruolo da utilizzarne tutti i vantaggi quale sollievo dalla fame. Egli dispone i doppi impulsi del desiderio di ordine e di aiuto a beneficio della comunità di lavoro, dedicandoli a leggi fisse, guiderà lo spirituale come capo della vita acquisibile, quale sommo Sacerdote, dal peso di un eroe combattente, averne le tracce come un veggente, poeta e scultore, il senso tentativo dell’Altissimo Come riformatore della vita, possiederà l’ufficio del principe nella mente popolare.
Tuttavia, più la struttura della vita è consolidata, il pane quotidiano sembra assicurato tanto più diventano l’ordine costituito del limite di vita, e tutti i beni della vita sono da essa vincolati, mentre il nuovo è visto come superfluo e fonte di incertezza, ed appare persino dannoso tanto più il pubblico ha costretto la percezione interna, abitudine, imitazione, moralità, costituendone il nastro che lega leggi dirette, universali e uguali più essa ne riceverà unicamente, significa aggiungerne, meno spazio sarà dato alla forte volontà nel mezzo dello Stato. Solo il «monarca» conservati i piedi al di sopra della legge, avrà, per la struttura comune, il privilegio del primato di auto essere e rappresenta in sé il significato di ogni sovranità – un ufficio indispensabile.69
I luoghi dove ha lavorato fin dai tempi antichi e lui era in grado di agire, ora sono occupati da funzionari, che apparentemente dotati di coscienza, intelligenza, ma che sono che mediocremente alimentati da volontà. La regolazione della vita pubblica, una volta impostata, ha bisogno di (così sembra), in ogni caso, del sostegno unicamente del servo affidabile, ufficiali dell’esercito, funzionari del lavoro, agenti di Dio, i funzionari pubblici; funzionari e lavoratori, questo sarà l’unica qualità umana richiesta. Superflua è la forte volontà della propria personalità.
Solo in momenti di estremo bisogno e di confusione chi riesce a riconquistare la leadership, diventando leader e principe, per le brevi generazioni. Nel complesso, il caos dello spiritato senso della fame ha abilmente dislocato questi spiriti dell’ordine; per quanto ce l’abbiano per quanto riguarda la loro forza guerriera, sacerdoti, governo, imprese di valore segnato nella migliore delle ipotesi, da alti funzionari d’onore sospesi (la parvenza di potere) nella loro volontà di potenza, corrotti dalla ricchezza del loro egoismo, per ordine del mero ordine, preservare il bene dell’unità mollemente addormentata. Ciò che andava oltre e aspirava al vero significato della vita, lo spirito della fame sapeva come sradicarlo. Sognatori ridicolizzati, espulsi dai loro nidi di cuculo, spreco di tempo e sciocchi – questo si sono meritate le personalità più ricche, educatori nati dell’umanità, non hanno avuto alcun effetto, unicamente a favore del caos, a scapito degli obiettivi più elevati.
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Se dopo tutto non più c’è spazio per la personalità quando i principi ed eroi e sacerdoti sono stati ridotti a «taglie senza senso» conservati quasi interamente per inerzia se tutta la vita lavorativa scorre con di ogni individuo la forza valutata che come un potere di funzionamento: allora si deve che per l’individuo inizierà la fame mentale. Quanto il pane è per il corpo, è per la gioia dell’anima il modo attivo, intrinsecamente audace della vita per entrambi è la gioia; ciò che la mancanza di cibo del corpo, l’arresto della vita è la volontà, è il senso di abbattimento, che terrenamente di solito porta all’ipocrisia e alla brutalità dei sensi e impedisce ogni crescita, aperta formazione.
L’innato equilibrio vitale della volontà è quasi sconosciuto dall’inedia affamata. In paffutezza, materialmente grossolanamente esclusivamente cibo da mangiare (compresa la loro digestione), il lavoro e la conservazione, sono stati considerati pretesa vita della volontà. Così quasi mai è emersa l’idea a chiarire, e non ne è mai stata disposta la presa di coscienza, che nella gioia aperta al grado dei poteri costruttivi dell’anima tutta la nutrizione in realtà non era che esclusivamente una sensualità più grossolana, nella bellezza della sensualità gioiosa non il fine, ma che all’interno della dieta della vita prevale che essa soffre senza questa vera vita di composizione interna e l’esterno che la condanna alla cieca fame del piacere sensuale ha portato alla malnutrizione interna del corpo e la tensione convulsa dell’anima da cui hanno origine la malattia nervosa e paralisi della volontà.69a In «purezza» si è voluto «sterilizzare» la vita, si hanno artificialmente privato i cibi dai sali nutrienti e ha privato la voglia di vivere nel corpo e l’anima dei sali nutrienti intellettuali, della sensualità che non è da confondere con la sessualità.
Per poco, una battuta d’arresto: la malnutrizione interna ha portato alla dipendenza da cibo e rozza dipendenza, senza il calore del cuore, del sesso e a tutti i suoi eccessi, cui l’autorità pubblica deve, da debole, affrontare. E per comunque fare qualcosa, combatte per uscire dall’auto-guarigione che la vita vacillante ha trovato in sé stessa: l’arte che si compiace alla bellezza; e giustifica questa lotta come minaccia dell’eccitazione dei sensi.
Ma la bellezza gioiosa e amare l’arte gioiosa non è una fustigazione dei sensi, non seduzione, ma è il cibo dell’anima, invece di sensualità immatura la cui svalutazione e messa in ridicolo infatti priva il corpo di forze alimentari di prima necessità e quindi il rovinare il suo strumento ma la cui influenza sfrenata senza cordialità fa meramente degenerare la sessualità. La bella arte umana deve solo impedire questa degenerazione da parte della mente che nutre spiritualmente. «Sedotti» anche senza il tramite dell’arte, i bambini soddisfano le loro ghiandole, dal momento che queste si fanno vive senza bella arte, ma insiste la vita nell’amore, in pura crudezza.
Ma chi vuole promuovere la crescita, la purificazione, la misura, la salute, il valore pubblico di uomo deve professare il valore eterno della forma del corpo libero, della bellezza dell’ arte gioiosa e da tali educare i sensi quali impulsi che formano interno nutrimento e la cui consacrazione ispirano onestà. Onestà da sola conduce alla misura diretta delle correnti della vita, spirituale e fisica, abolisce la falsa schiettezza unilaterale di sensibilità, come l’unilaterale furbizia mentale.
Per essere sicuri, la bramosia della fame non è in grado di farlo; guida le sue lagne di morte a menzogne e avidità fino a risotterrare l’uomo. E ’il Chiaro Messaggio , è unicamente la fede clarista in Dio in grado di essere l’apportatore di gioia per il mondo. Onde portare qui la svolta dalla morte alla vita. Da Elisarion, le parole di pensatore, dalle sue preghiere di poeta, dalle sue opere figurative, tutto ciò è diventato, ha reso chiaro per me e selezionato questa sacra verità dal profondo spirito in nome di Dio, il proposito dei suoi spettacoli70 La guarigione dalla sofferenza mentale della fame e la più alta consacrazione delle persone alla gioia dei sensi saranno per apprendere, come in preda ad una gemma, come ignari di essere in questi profondi momenti di esistenza, la volontà di una ricerca di stile di vita cordiale per l’anima e per il suo futuro:
«Ma resta, sei così bella!»
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L’umanità diventerà il bilancio vitale della volontà nel corpo e nell’anima quelle persone si ricorderanno infine in cui il futuro della vita è più forte di tutte le delusioni del passato. Sfidano il timore di massa della paura della gioia e quindi acquisiscono di nuovo il corpo sano.
La protezione del corpo è per la volontà il solido trampolino, l’arma e lo strumento più elevato. Soffre il corpo – materialmente e sensualmente così la volontà è nel salvataggio il prossimo compito importante, costruisce e rafforza, sia il loro terreno personale come nella vita pubblica. Ma assicurato è questo sottofondo, ragionevolmente fornito al corpo, reso il supporto vitale, conservando la sensuale tensione della vita quindi la volontà deve essere rivolta gli obiettivi reali, verso lo sviluppo della vita in un disegno libero; ogni cosa è solo raccolta di mezzi, solo strumenti. Gli viene negato il modo di vivere quale strumento, sarà solo apparente calma in misura rispetto alla fame fisica materiale, ma riposta in angoscia, in pericolo, nello stesso stato che è fisicamente sentito come fame.
Dal momento che le forze di fermentazione si riuniscono a quelle disabilitate di lavorare in avanti, infine, si spingono contro la fonte di angoscia, nei confronti del rigido ordine borghese, l’acquisto enorme che ora è nell’anima di ciò che fisicamente una volta era dei boschetti della giungla e nelle sabbie del deserto: un ostacolo. In sostanza determinata solo per l’organizzazione, la volontà più forte trasforma gli stessi nemici di tale ordine, che pretende di essere altro che la rigidità ferma dello spirito della fame in un percorso in cortocircuito.
E’vero, ora che oltre a forti nature volonterose, più ampi strati di lavoratori sono pure insoddisfatti e odiano la direzione dall’alto come sfruttamento, esiste pertanto e quindi la grande tentazione per taluni a diventare il leader per libertà degli schiavi, uno Spartacus, Götz von Berlichingen, Mirabeau, Lassalle, e a guidarne l’ascesa al potere, ma solo cambiando il regolamento volto alla gestione della fame all’egida del proprio interesse, fondamentalmente vogliono cambiare i ruoli della vita lavorativa ma non in grado di lottare per aumentarne la qualità. Ma la volontà dovuta alla fame impone le sue mani tanto quanto la fame di cibo nella sua scelta urgente, che le personalità volitive dipendenti nel rovesciare l’inganno perché credono di rivivere l’arresto, lo strozzamento, della vita, l’ingiustizia, anche quando esistono unicamente quale una caricatura del loro profondo impegno. Si pongono al top delle forze inferiori per rovesciare l’odiata pressione, ignari che dopo un limitazione caotica della pressione a breve termine – portano unicamente ad un sostegno, spesso aumentato plurimalmente dallo stampo della massa.
Ebbene essi possono per un certo tempo trovare soddisfazione nella lotta eroica fintanto che la lotta, ci sono rischi, conduce a resistenza, cioè alla conquista di diritti; là i loro esseri trovano compensazione per lunghi tormenti, cibo spirituale. Tuttavia, una volta che la vittoria delle forze più basse rispetto al vecchio ordine è stata decisa, la volontà superiore è perdente, riarrangiata dei suoi bisogni meno di prima, tutta a favore per la vita della fame. Solo i fautori intelligenti vedono nuove sinecure nell’interesse della lotta: che hanno cercato mentalmente, in ultima analisi peggior schiava che mai, per nessun motivo, nel nome e nel suono è piaciuto conquistare la massa: progresso, potenza mondiale o razza.
Questo è l’intimo destino contro la sofferenza, meccanismo disabilitante, la tragedia apparentemente inevitabile della federazione di significato liberale e di aspirazioni di massa, l’equità di volontà e smussata la fame con l’impulso del liberalismo e della democrazia: un combinazione veramente assurda.
E’la determinazione amara dell’individualità che è nel vincolo del disegno di legge della fame e di per sé nemico della legge, si mette da sé il cappio intorno al collo, il nuovo bene porta all’ostilità che attrae la fame. Tuttavia, il nuovo ordine non richiede per la sua affermazione, non trovando poca rispondenza nella massa, in quanto le masse non sono così facili da portare a nuovo ordine, ma inizialmente solo a nuovo caos in modo che il desiderio di libertà finisce e apparentemente con giustizia, nel luogo dell’esecuzione capitale. Per lo spirito stagnante, affamato dalla fame, il nuovo cui sono dediti gli ordinari vivificanti è apparentato fosse una rapina avara, perpretrata da criminali di peggiore grado.
Tuttavia, innegabilmente dimostrando il crimine, qualunque anche fosse, e venga valutato. Non vi è negli intenti uguaglianza nella struttura operativa costituita che il tumultuoso o lento, raccolto o grezzo, o secondo quanto corrisponda ad una corrente intermedia centrale, o la sintesi di correnti predominanti, si verificano apporti naturali, sia acceleranti che inibitori. Sarebbero impossibili, l’individuo proprio non rappresentasse un vera autentica propria forza e potere, nonostante tutte le comuni menzogne.
Traduzione Bruno Ferrini
I labirinti dello spirito
Indice
L’immagine monistica del mondo:
il mondo quale stato d'animo
IIIL’inizio della mania idolatra
IVLa fede olimpica dei signori
La visione del mondo legalistica:
il mondo come costrizione
La visione individualistica del Mondo
Il mondo come sfida
XILa contraffazione della vita
XIIPaolo
XIIINietzsche ed io
I labirinti dello spirito PDF (tedesco)
Trasgressori contro l’ordine prevalente (vecchio o nuovo):
Martin Lutero, riformatore tedesco
Pietro il Grande, Zar russo
Maggiore Davel, eroe del Canton Vaud
George Washington, primo presidente degli Stati
Uniti
Luigi XVI, giustiziato re di Francia
Theodor Yorck, sindacalista tedesco
Bertha Pappenheim era un'attivista per i diritti delle donne austriaca-tedesca e fondatrice dell’Associazione delle donne ebree. Noto ai posteri come paziente Anna O. nelle pubblicazioni di Joseph Breuer, insieme con Sigmund Freud sugli Studi sull’isteria, quale case history che per Freud fu il punto di partenza per lo sviluppo della sua teoria per l’isteria e della psicoanalisi.
Quanto Eduard von Mayer conoscesse le teorie e gli scritti di Freud, non si sa. Ma si può presumere che non ne fosse a conoscenza. Ma la storia della malattia di Berta Pappenheim mostra che intorno al 1900 l’isteria (specialmente nelle donne) era un’agonia diffusa dell’anima. Le idee di vita, sia naturali che ambientali, sono in molti modi basate su idee false seppur rigorose, intuizioni non realistiche sulla vita e desideri irrealizzabili. Se un presupposto si è dimostrato sbagliato, crolla l’intera costruzione mentale della vita.
Oggi, il quadro clinico dell'isteria in psichiatria non è più usato e non appare più nel senso originale. Ciò è dovuto ad anoressia morbosa (bulimia), consumo eccessivo di mangime (obesità), tossicodipendenza autodistruttiva e dipendenza da prodotti farmaceutici contundenti.
Padri e leader spirituali delle rivolte di schiavi e lavoratori:
Spartaco, schiavo e gladiatore nell’antica Roma, capo della rivolta popolare del 73–71 a.C.
Götz von Berlichingen, capo della rivolta contadina sveva nel 1525.
Honoré Gabriel de Riqueti conte di Mirabeau fu una figura importante nella Rivoluzione francese, 1789 fino alla sua morte nel 1791 (assassinato?).
Ferdinand Lassalle, portavoce del primo movimento operaio tedesco.