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Pesante disputa nel «Beobachter» attorno al Sanctuarium Artis Elisarion

Articoli in Der Schweizerische Beobachter in riferimento al Sanctuarium Artis Elisarion

L’Osservatore svizzero, importante settimanale di grande diffusione nella Svizzera di lingua tedesca, giornale politico ma non partigiano, prese posizione per le minoranze ed i più deboli, lottò per l’emancipazione femminile e contro la rampante burocrazia, non mancando di rivelare scandali ed ipocrisie.

 

Lampante discredito!

Apparso in Beobachter Nr. 3 del 13. febbraio 1946

 

Un notissimo artista pittore ha inviato il seguente testo alla redazione:

«Nel nr. 4 della rivista ‹Der grüne Heinrich› è apparso un articolo sotto il titolo ‹Il vero volto› e dalla sovrascritta ‹Sanctuarium Artis Elisarion›. Si riferisce ad una rotonda di un tempio a Locarno dove sono esposti dipinti del tedesco von Kupffer, detto Elisarion. L’articolo è completato da nove immagini dalle quali si deduce trattarsi di soggetti omosessuali. Inoltre, se per kitsch si intende arte mendace, quest’arte è l’epitome del kitsch.

Il Grüne Heinrich (link) afferma nel suo articolo (link) che questo tempio sia stato sovvenzionato dalla Confederazione e dal Cantone.

Nell’articolo citato sono inoltre raffigurati tre Consiglieri federali. Sotto le loro figure parole d’encomio per l’«arte» di Elisarion dalle frasi altrettanto mendaci.

È risaputo che i politici non godano di un’alta formazione. Che però addirittura tre consiglieri federali si lascino traviare nelle lodi di un affare omosessuale mi sembra inverosimile quanto la sovvenzione federale.

Mi permetto pertanto di chiedere al Beobachter se è in grado di confutare le affermazioni del ‹Der grüne Heinrich›; questo, nel prenderne in considerazione la rettifica nei più diffusi giornali della Svizzera, nel caso si basassero su fatti inveritieri.

Altrimenti, questi signori politici sono da  apertamente biasimare in quanto si sono dimostrati per lo meno sempliciotti nel cadere nel marcio fascino di un von Kupffer, ricoprendolo di lodi e soldi pubblici.»

La redazione del Beoachter ha chiesto al suo collaboratore per le questioni d’arte, il signor dr. A. Baur di prendere posizione. Ci scrive:

«Che il Santuario Artis Elisarion sia stato beneficiario di una sovvenzione, ne attendiamo una presa di posizione da parte del Governo Federale che ci dica chiaramente se ci fu o meno, in quale forma, l’importo e se la Commissione Federale per le Arti non sia stata interpellata con un deplorevole sorpasso delle competenze e se possiamo comunque ritenerci una democrazia nel caso in cui non sia fatta chiarezza. Le immagini colà presentate sono indubbiamente lordate da una sporcizia sessuale: l’opinione a tal riguardo tra gli artisti ed estimatori d’arte del nostro Paese, come pure nel semplice popolo, risulta chiaramente univoca. Il sottoscritto ha visitato per incarico del Beobachter una cinquantina di atelier di pittori rovistandone ogni angolo; ha potuto rallegrarsi dell’onestà, anche in questo campo, dei nostri artisti; tanto peggio, se ad essi si preferiscono degli stranieri la cui rettitudine morale lascia a desiderare. Che tre onorevoli Consiglieri Federali si possano permettere di cantarne le lodi, non può essere dovuto che alla loro insipiente insicurezza nei confronti di opere d’arte che li ha portati a comportarsi come se ne capissero qualche cosa.

Albert Baur

Ritaglio originale dalla rivista

 

Kitsch resta Kitsch!

Apparso in Beobachter Nr. 7 del 15. aprile 1946

 

Nel Nr. 3, il Beobachter ha posto alle autorità federali competenti la domanda a sapere se fosse vero, come sostenuto da una rivista, che il Sanctuarium Artis Elisarion a Locarno-Minusio nel quale si trovano dipinti kitsch di un originario del Baltico naturalizzato svizzero von Kupffer, sia stato sovvenzionato da Cantone e Confedeazione. Il Segretariato del Dipartimento Federale degli Interni ha  fornito a Beobachter, in accordo con l’Ufficio Centrale per la creazione di occupazione a Berna, la seguente presa di posizione:

«Il Dipartimento Federale degli Interni fu più volte sollecitato negli anni 1936 e 1937 di

mettere, a seguito di un’eredità, il Sanctuarium Artis Elisarion sotto la protezione della Confederazione;

a partecipare ai costi della costruzione del fabbricato con importo dal Fondo Credito Federale per le Arti.

Non venne dato seguito, in accordo con il preavviso negativo della Commissione Federale per le Arti, a nessuna delle richieste.

Per contro, la Centrale per la Creazione di Occupazione a Berna, dietro proposta e collaborazione delle competenti autorità ticinesi, ha deliberato la somma di Fr. 6000.– per i puri costi costruttivi dell’annesso al Sanctuarium quale sovvenzione nell’ambito del settore delle costruzioni edili che si trovava in profonda crisi.»

Il Beobachter prende atto con soddisfazione di questa dichiarazione dalla quale si evince che le competenti autorità federali in materia non hanno l’alta stima per il valore artistico del tempio che viene invece suggerita da altre parti interessate.

In scritti di sostenitori del defunto pittore Elisàr von Kupffer giunti alla redazione, si insegna che il criticato dipinto murale sistemato nella rotonda rappresenta un mondo dell’al di là, così come l’ha sognato il creatore del polittico. Le figure nude non sono tipicamente né uomo né donna; in quel mondo immaginario questi contrasti sarebbero stati superati. L’assenza di genere sessuale delle figure non cambia affatto alcun ché al loro giudizio artistico.

Ritaglio originale dalla rivista

 

La mia protesta manoscritto della risposta di Eduard von Mayer all'articolo della rivista «Der grüne Heinrich» e del «Beobachter».

Guiseppe Motta (1871 – 1940)
«Con mia moglie, abbiamo trascorso assieme un’ora di godimento nel mondo della bellezza.»

Dizionario storico della Svizzera
Rudolf Minger (1881 – 1955)
«Elisarion, mi avete lasciato uno sguardo ad un altro bel mondo: mi ha fatto bene e crea nuove speranze in tempi duri. A Lei ed al suo fedele amico Dr. v. Mayer rivolgo il pensiero con rispetto e gratitudine.»

Dizionario storico della Svizzera
Enrico Celio (1889 – 1980)
«Luogo di luce e di pace: Elisarion.»

Dizionario storico della Svizzera